A Marianna
Ci sono attimi in cui appaiono dinanzi ai tuoi occhi tutte le infinite possibili vite che, forse per paura forse perché non eri abbastanza forte per farlo, hai scelto di non vivere. Accade così che il corpo di una ragazza di vent'anni non è più il suo, ma l'ultima possibilità per ricordare ciò che sarebbe potuto essere e non potrà più accadere.
E alla miliardesima sigaretta della giornata, di cui l'insonnia ha spostato ormai i confini, sei lì che osservi la vita che scorre via come sperma che cola sulle guance di chi ti ha regalato la sua giovinezza per pochi spiccioli senza neppure saperlo quanto valesse davvero.
Vorresti non averlo fatto, aver chiuso gli occhi dinanzi alla più intima essenza dell'essere umani. Sei lì, ore e ore a ripetere che sei diverso, che sei migliore di così, che non è colpa tua, che sei lì a condividere emozioni travestite da amore, ma sai che non è vero.
Sei lì perché è la scelta più facile, eppure la senti l'anima che ti si stacca di dosso come pelle bruciata dal sole; li vedi i tuoi pensieri attorcigliarsi su loro stessi, come se mai avessero avuto davvero senso anche quando credevi di essere lucido; ti squarcia i polmoni quel vuoto che si è sostituito ai tuoi respiri.
Vorresti chiedere perdono, a te stesso, a lei, al mondo intero, ma è troppo tardi. Non sarà un prete di campagna travestito da povero ad assolverti, né un monaco con la sua puja a ripulire tutto lo schifo che hai dentro. E anche se morissi per poter rinascere, porteresti sulle spalle il peso delle tue azioni sino a quando ti ritroverai nel luogo dove ha avuto origine lo spazio, in un tempo anteriore ad ogni scelta, con tutte le possibili vite lì ad aspettare di essere vissute, al di là del bene e del male.
Massimiliano Cerreto