7 luglio 2022

La bellezza è la bellezza dell'Altro.



Il desiderio dell'uomo è il desiderio dell'Altro, sosteneva Jacques Lacan, un tizio francese con cui ho litigato tante volte, ma a cui, in fondo, sono affezionato. E la bellezza? E se anche la bellezza fosse il desiderio dell’altrui bellezza? Certo, non sono mai stato bello, forse da bambino, ma solo i primi 4 anni: è mia madre la donna cui ho dato i miei anni migliori.

Dicono che sia soggettiva, la bellezza. Che sia negli occhi di chi guarda, aggiungono. Secondo me esiste davvero, come quella dei giovani. Non ho scritto gioventù: la giovinezza è atroce per noi comuni mortali. Ho scritto giovani, e intendo quelli alti, sani, forti, belli cui sembra andare sempre tutto bene, che vedi affacciarsi alla vita con l’aria di chi può avere tutto ciò che vuole e appare destinato alla felicità.

Il mondo è di chi è nato per conquistarlo, e non di chi sogna, a buon diritto, di poterlo conquistare, scriveva Fernando Pessoa, un tizio portoghese che ho amato tanto e che neppure il suo stesso immenso talento letterario è riuscito a salvare dall’autodistruzione. E allora penso ad una celebre poesia di Jacques Prévert, che io, che in francese so solo dire buongiorno e buonasera, pronuncio Pervert, forse perché ho la coscienza sporcata da anni trascorsi ad osservare la vita altrui senza vivere la mia. No, non spiavo le coppie al parco, di notte. Molto peggio: ero un giornalista. Guardone lo sono diventato usando i social network, da cui, presto o tardi finisco con lo scappare.

Quella poesia che inizia così: I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte. Qual è allora il confine tra invidia e ammirazione, desiderio e brama? Nel frattempo, accendo una sigaretta e getto nel fumo i miei ricordi.

m.c.