25 giugno 2015

Il clown e la mangiatrice di fuoco



- Estate, lungomare di Napoli, esterno notte -
(Piano sequenza)

 
- Quanto ci vuole per entrare?
- Una mezz'oretta.
- Va bene, lascio il nome.
- Ok, siete in lista, vi chiamo quando si libera il tavolo.


- Bella la nuova auto che hai comprato.
- L'ho presa a kilometro zero.
- Certo che a parcheggiarlo un SUV.
- Ho dato cinque euro al parcheggiatore, guai se me la graffiano.
- La mia l'ho messa dopo Santa Lucia, prima di Piazza Plebiscito:
due euro tenevo e due euro gli ho dato!

- Vieni qua, non correre!
- Ecco, sei caduto, lo sapevo.
- No, fai vedere, non è niente a mamma.


- Compra rosa tua ragazza.
- Non stiamo insieme!
- Compra rosa tua ragazza.
- Dai, non abbiamo spiccioli, la prossima volta.


- Stamattina si moriva dal caldo.
- Non me lo dire, lunedì devo tornare in ufficio.
- In Croazia si stava benissimo invece.
- Ma è vero che sono aumentati i prezzi?
- Sì, si sono fatti furbi pure loro.


- Jamme dottò, tre paia di calzini, me facite prendere nu café pure a mme.
- E da quando un caffè cosa tre euri? E poi sono tutti difettati.
- Nun è over, tutta robba cinese di prima qualità!
- Jamme, allor accattateve n'accendino.
- Non fumo più, costa troppo!

- Ma con tutti i giocattoli che hai a casa, dove lo mettiamo questo?
- Mamma, mamma!
- No, papà, non ti ci mettere pure tu adesso, che è già viziato abbastanza!
- Nonno, nonno!


Mustafà, l'africano di Napule:
'o fatto è niro niro,
niro niro comm a mme!

Non mi tirare,
sì a mamma,
andiamo a vedere il pagliaccio! 

(La camera segue l'esibizione di un clown e di una mangiatrice di fuoco. Le voci degli spettatori sono fuori campo)

Martina
Piccola e agile,
gli occhi vivaci,
i capelli neri che non stanno mai fermi,
e quella bellezza che ci metti un po' a capirla,
ma che poi ti entra dentro.
Ha un fiore di plastica tra i capelli,
ma da lontano sembra seta.
Sa di rosso e di viola.

Salvatore
Il viso dipinto come una maschera triste,
un pantalone troppo grande,
e le bretelle che gli segano le spalle.
Non è alto,
e ha gli occhi sempre bassi.
Non è bello,
e non si guarda mai allo specchio.
Qualche chilo di troppo,
e un peso sul cuore.
Sa di blu screziato di bianco.


Ma guarda questa come si contorce tutta quanta...

Stai riprendendo il clown? Mettilo il video su facebook domani...
Ma non si scotta la lingua?...
Quasi quasi lo chiamo per la prima comunione di mio nipote...
 Non ti avvicinare, vuoi finire arrostito?...
Guarda! Il cagnolino con i palloncini! Papà poi te lo prende...
Tieni cinquanta centesimi, valli a mettere nel cappello...
Sta facendo la strada una chiavica con tutte queste bolle di sapone...
Vai a vedere se hanno chiamato il nostro tavolo...
Ma vedi comme corrono cu ste cazz e biciclette...
Te la sei portata la giacchettina? A quest'ora scende sempre un po' di umidità...
Andiamo, c'è quello delle granite, tu ne vuoi una?


(L'esibizione degli artisti di strada è finita)

Salvatore, come è andata la serata? (Mette da parte il liquido infiammabile ed il tappeto rosso su cui si esibisce. Conta gli spiccioli nel cappello.) È Martina, la sua compagna, a chiederglielo, ma il clown non ha voglia di rispondere. 

(Dissolvenza e flashback: Martina ha 18 anni)


- Bagnoli, interno notte -

Papà: (Entrando in casa visibilmente adirato) Martì, addo stai? Martina! (Rivolgendosi alla moglie in cucina) Uè, avessi visto a tua figlia? (Dopo qualche secondo di silenzio) Morto interrogato non risponde!
Mamma: (Senza distogliere lo sguardo dal televisore) E che ne saccio je, starrà dint' a stanza a sturià.
Papà: Fosse a Maronna! Ma 'o saje che 'o preside m'ha chiammat stammatin? Sua figlia dorme in classe. Parli con lei e le faccia capire che siamo ancora al primo quadrimestre, la situazione si può recuperare, ha detto. (Urlando) Martì, addo stai?
Martina: (Uscendo dalla sua stanza, togliendosi le cuffiette) Che c'è, che c'è! Mai che si possa ascoltare un po' di musica in pace!
Papà: Ah, tu acca staje? (Cercando invano di addolcire i toni) Jesce, t'aggia parlà a papà.
Martina: E io no! (Martina prova a chiudergli la porta in faccia)
Papà: Tu la porta a tuo padre non la chiudi in faccia, è capit? (Con tono autoritario) Io e te amma parlà!
Mamma: (In cucina, sbattendo le mani e poi congiungendole come in preghiera) Marò, è andato in nominascion, m'ho sentev scennere! Verimm mo che va a dicer dint 'o confessionale.
Papà: Dimme na cosa, tu il diploma te lo vuoi pigliare o no?
Martina: A me della scuola non me ne fotte proprio, tanto farò la ballerina io!
Papà: Ma quale ballerina e ballerina! Non si campa con l'arte...
Martina: Questo lo dici tu!
Papà: Ma statte zitta! Vuò fa a zoccol' comme a chell dint a televisione?
Martina: Meglio la zoccola che rimanere tutta la vita sposata ad un uomo come te!
Papà: (Le dà uno schiaffo) Je scenn tutt e matine e sei pe faticà. Almeno tu può sturià, t'aggio dat nu futuro. E sino a quanno starraje dint a casa mia, tu ja fa chell ca dico je!
Martina: (Scura in volto, ma troppo orgogliosa per piangere) Non voglio fare la ragioniera, e non ho bisogno dei tuoi soldi. Sono maggiorenne adesso, faccio quello che voglio!
Mamma: (Dalla cucina) Finitela voi due, e ogni sera è 'a stessa storia. Faciteme verè a televisione. Manc dint a cucin pozzo sta nu poco tranquill! (Alzando gli occhi al cielo) Patetern, dimmelo tu di che morte devo morire io!
Papà: (Entrando in cucina) Ma tu la senti a tua figlia? A ballerina vo fa, ma chi c'ha mis ste strunzate dint' a capa? Dimmell! Ah, ma je 'o sacc: è colpa toja se è venuta accussì! Invece di andare a pittare le unghie a casa della gente pe quattro sorde, qui con lei avissa sta!
Mamma: E sì, proprio accusì: che e sorde ca me daje tu, manc a spesa putess fa. E figlie venen comm vonn venì, je ca ce pozzo fa?
Martina: (In bagno, intenta a truccarsi) Non mi vedranno mai più questi due! Non ho bisogno di loro: cento euro me li faccio in una serata in discoteca.
Papà: (Vedendo la ragazza avvicinarsi alla porta e cercando di trattenerla) Addo cazz vai pittat accussì? Stasera nun jesce!
Martina: (Allontanandosi dal padre) Lasciami in pace!
Papà: Se jesce mo, nun turnà mai chhiù!
Martina: Come desidera, padrone! (Fa un inchino ed esce sbattendo la porta.)
 
(Fine flashback. Martina e Salvatore sono all'angolo di un palazzo)

Martina, lasciamo perdere, non mi va di parlare adesso. (Infila il naso rosso, i palloncini e le scarpe da clown in una borsa. Vorrebbe togliersi anche quelle dannate bretelle, ma l'auto è lontana e non può cambiarsi lì, c'è ancora gente.)
 
(Dissolvenza e flashback: Salvatore ha 36 anni)
 
- Vomero, casa di Salvatore, interno notte -

Salvatore: (Con gli occhi fissi sul piatto di peperoni arrostiti) Non ti amo più.
Moglie: (Fa cadere la forchetta nel piatto. Alcuni secondi di silenzio) C'è un'altra! Dimmelo! Chi è? La segretaria di papà? Quella puttana? Dimmelo!
Salvatore: (La guarda) Non c'è nessun'altra. Questa non è la vita che volevo, ecco che cosa c'è!
Moglie: (Alzandosi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo) Non è la vita che volevi? Ma come, papà ti ha accolto in casa come a un figlio! Anzi, meglio di un figlio. Se non fosse stato per lui, col cazzo che avresti avuto il posto nell'azienda. Perché, caro mio, non eri nessuno quando ti ho conosciuto! Uno studente fuori corso di lettere che giocava a fare il filosofo, ecco cosa eri!
Salvatore: (Si alza in piedi) Eppure ti piaceva così tanto avere il ragazzo intellettuale, quello che ti leggeva le poesie, che ti raccontava di un mondo migliore! E allora perché mi hai sposato?
Moglie: (Girandosi e dandogli le spalle per non guardarlo) Perchè avevi l'aria di quello che si era perso. Stronza io che mi sono fatta impietosire. (Rivolgendo gli occhi al cielo) Papà mi aveva avvisato. (Girandosi verso Salvatore e puntandogli il dito contro) No, perché a questo punto, se proprio vogliamo dirla la verità, diciamola tutta. Non lo sposare a quello là. Quello tiene la capa che non è buona: ecco cosa mi diceva papà. Mi sarei dovuta mettere con il figlio del farmacista, adesso passa tutte le estati a Capri, lui, la moglie e i tre figli.
Salvatore: Ecco, avresti dovuto ascoltarlo tuo padre. Tuo padre qua, tuo padre là, sono anni che lo tiri sempre in mezzo. Sapessi i casini che combina quando andiamo alle convention, e io a fare figure di merda per colpa sua. L'ultima volta, con quella hostess di vent'anni...
Moglie: Non ti permetto di parlare così di mio padre, je capit'? Lui almeno ha saputo fare qualcosa nella vita. Sì, gli piacciono le femmine, e allora? E poi mammà, che Dio l'abbia in gloria, lo amava lo stesso perché era da lei che tornava sempre. Non hai mai fatto mancare nulla a mammà, e neppure a 'mmè! Tu no, tu mo te ne jesc che non mi ami più, che questa non è la vita che volevi. Sai che ti dico? Meglio le corna che l'indifferenza!
Salvatore: (Provando ad avvicinarsi) Ti prego...
Moglie: (Respingendolo) Si pregano i santi, loro la pacienza la tengono. La mia di pacienza è finita. Ma pensavi che non me fossi accorta? Sono sette mesi che non mi sfiori neppure con un dito. Sarà il lavoro, lo stress, la crisi immobiliare, pensavo. Invece il problema sei tu! Tu non te la sai tenere una donna vicino...
Salvatore: (Cerca di avvicinarsi nuovamente) Smettila, stai diventando patetica. Non ti ho sposato per i soldi, ma perché sei stata l'unica che si sia mai presa cura di me. Lo so, è colpa mia. È stata solo colpa mia. Ma non ce la faccio più a vivere in questa farsa. Così soffriamo entrambi! Pensi sia facile dire la verità? Ma non lo capisci? Voglio darti la possiblità di rifarti una vita.
Moglie: Ci dovevi pensare prima! Adesso me l'hai rovinata per sempre la vita. E poi, dico io, mica tenevo la divisa della crocerossina quando mi hai portato all'altare? Una che si prendesse cura di me, dici. Ma non hai mai pensato a me? A quello che desideravo io? La vuoi sapere la verità? Te la dico io qual è la verità: sei un uomo senza palle, uno che non è mai cresciuto. (Guardando verso l'alto) Tu, la filosofia, gli ideali, la bellezza che salverà il mondo, tutte strunzate! (Guardandolo negli occhi) E ringrazia che sono una signora, altrimenti ti avrei già mandato affancul'! Mannaggia a me, mannaggia! (Sbattendo i piedi)
Salvatore: Non fare così, cara, ti prego...
Moglie: Non ti permettere di chiamarmi così! Mai più! E adesso vattene, e lascia le chiavi dell'auto. Non è tua, ma dell'azienda di papà. Niente ti meriti e niente avrai.
Salvatore: (Incamminandosi verso la porta) Le chiavi le lascio sulla scrivania all'ingresso. Stanotte vado a dormire in albergo.
Moglie: Bravo, e voglio vedere dove andrai quando finiranno i soldi. Scommetto che non hai neppure pensato alle conseguenze. Tipico di te. (Andando in cucina, parlando con se stessa) Doveva fare il grande uomo. Quello che ha il coraggio di dire la verità. Fammi pigliare il cellulare che devo avvisare a papà. Può essere che gli fa cambiare idea.
Salvatore: (Ormai in strada, voltandosi a guardare per l'ultima volta il portone del palazzo) E adesso dove lo trovo un albergo a quest'ora? E sono pure a piedi. Ma vafancul' a 'mme!


(Dissolvenza. Martina ha 25 anni, Salvatore 43)


- Inverno, Agnano, discount, interno giorno -

Martina: (Guardando il display della cassa) Fanno quindici euro e settantacinque. Non ha la carta fedeltà?
Salvatore: (Con gli occhi bassi) No, tenga...
Martina: (Osservando la spesa: un po' di pasta, qualche passata di pomodoro, frutta, cento
grammi di formaggio e qualche scatoletta di cibo per gatti) Vuole una busta?
Salvatore: (Guardandola cercando di non farsene accorgere) Sì, me ne dia una. Abito vicino, ma solo un giocoliere riuscirebbe a non fare cadere tutto!
Martina: (Sorridendo) Anche io abito da queste parti. E le dico un segreto, sono bravissima come giocoliere!
Salvatore: (Trovando il coraggio di incrociarne lo sguardo) Davvero? Pensi che sono stato in Francia a studiare come mimo.
Martina: Il mio ex faceva il mangiatore di fuoco, mi ha insegnato tutto. Oggi sono più brava di lui!
Uomo in fila: (Spazientito) Avete finito voi due?
Martina: (Sussurrando) Guarda sul retro dello scontrino. (Martina gli ha scritto il numero di telefono in stampatello) Prego, signore, venga avanti!
 
(Dissolvenza)

- Lungomare di Napoli, esterno notte -

Martina: Dai, torniamo a casa, si è fatto tardi. Passiamo prima a prendere un cornetto, però. (Lo prende per mano, piccola la sua, grande quella di Salvatore)
Salvatore: Lo sai che non riesco mai a dirti di no. (La guarda, ma subito dopo volge lo sguardo al panorama: c'è una coppia seduta sul muretto e dei ragazzini arrampicati sugli scogli. Il venditore di noccioline chiede due euro ad un turista, il doppio di quanto costano davvero)
Martina: (Stringendosi all'uomo) Sono stata fortunata ad averti incontrato!
Salvatore: (Con aria sorpresa) Dici sul serio? A volte mi chiedo cosa ci fa una come te con uno come me.
Martina: (Lascia la sua mano e gli si mette davanti. Ridendo) Scemo! Tu eri nel mio destino, e ci credo al destino io. E poi con uno troppo normale non ci potevo stare. (Gli fa la linguaccia e poi gli torna accanto prendendolo per mano. Dopo qualche attimo di silenzio) Ma neppure troppo strano lo volevo. Te lo ricordi il mangiafuoco di cui ti parlai quando ci conoscemmo?
Salvatore: Sì...
Martina: Era bello e aveva un cazzo grosso così... (Gli mostra la misura con le mani e ride)
Salvatore: (Imbarazzato e anche un po' ingelosito) Martina!
Martina: (Ferma davanti all'uomo, con aria indisponente) E non fare quella faccia! Comunque, se mi avessi lasciato finire, ti avrei detto che non lo sapeva usare. Tre colpi e poi si girava dall'altra parte.
Salvatore: Io allora sarei meglio?
Martina: Tu mi sai toccare, rimani sveglio a guardarmi...
Salvatore: Sì, ti guardo e penso che è così bello averti accanto. A volte non credo neppure che tu sia vera, che tutto questo sia successo proprio a me...
Martina: (È davanti all'uomo, gli poggia le mani sulle sue spalle, si avvicina per baciarlo, ma poi si allontana d'improvviso) Ci sei cascato! Lo sai che non sono romantica! E c'è un'altra cosa che mi piace di te, il modo di parlare. (Girandosi e dandogli le spalle) Io, invece, non sono neppure diplomata...
Salvatore: (Quasi a volerla rimproverare) Martina!
Martina: (Girandosi nuovamente, sorridendo) E poi sai farli ridere tutti i bambini...
Salvatore: Ma non sono un tipo divertente, faccio il pagliaccio, tutto qui! I bambini mi piacciono, avrei tanto voluto un figlio, ma non con la mia ex moglie!
Martina: Smettila! Con me non funzionano gli occhi da cane bastonato. Vuoi solo sentirti dire che sei importante per me, che ti amo...
Salvatore: (Stringendola a sé e guardandola negli occhi) Mi ami?
Martina: (Staccandosi e girandosi di lato, fingendo di essere interessata alle borse contraffatte che un marocchino vende sul marciapiede) Certo che no! Sei solo sesso per me! (Ridendo) E non fare quella faccia, tu sì che ci caschi sempre! (Dopo qualche minuto che i due camminano in silenzio) Ah, ecco, siamo arrivati, qui fanno un cappuccino buonissimo. Entriamo dai...


- Bar sul lungomare, interno notte -

Salvatore: (S'infila due cannucce nel naso e fa le bollicine nel cappuccino) Chi ti sembro così?
Martina: (Ridendo e macchiandosi le labbra di proposito) Ed io? Donna baffuta sempre piaciuta! E poi è meglio che ti abitui all'idea che un giorno i baffi li avrò per davvero. Mi amerai quando sarò brutta e vecchia?
Salvatore: (Sorridendo) Tu non sarai mai vecchia! Brutta lo sei già!
Martina: (Abbracciandolo) Stronzo! E poi quello vecchio, tra me e te, sei tu! (Lascia venti centesimi sul bancone ed esce dal bar con Salvatore)


- Lungomare di Napoli, le prime luci dell'alba -

(Dal totale dei protagonisti al campo lunghissimo)

Massimiliano Cerreto