Non sei uno che si accontenta, me lo dice sorridendo, e anche prendendomi un po' per il culo. Glielo perdono perché avere vent'anni e lavorare dieci ore al giorno nel ristorante di famiglia non deve essere poi così divertente. Non quando vorresti tenerli sciolti e farli cadere sul petto nudo del tuo ragazzo, e non lavarli tutti i giorni perché puzzano di frittura di pesce. Che neppure mi piace, l'ho presa solo per quell'infantile voglia di calamari fritti.
Vuoi qualcosa tu?, ma è il vuoto a godere dello sguardo di Marina. A lei basta che il bicchiere sia sempre pieno: un rosso carico di tannini, che poi le va alla testa e incomincia a parlarmi del padre. Come faccio a spiegarle che non c'entro nulla? Non sono né la causa né la soluzione ai tuoi problemi, vorrei urlarle. Come faccio a farle capire che, se non ci proviamo neppure, finiremo per annegarci davvero in tutto questo blu?
No, adesso no. Siamo sulla spiaggia, il sole ha smesso di darle fastidio da un po', che tanto gli occhiali scuri li porta anche di notte, ma non importa: con Marina non è il momento giusto, mai. Ognuno si salva da solo, e se lo vuole: mi disse una volta un prete, uno di quelli di frontiera, di quelli che, presto o tardi, finiscono con il farsi male in nome di un Dio che forse non esiste, non più dell'uomo nero che ti fa paura quando sei bambino.
Massimiliano Cerreto
No, adesso no. Siamo sulla spiaggia, il sole ha smesso di darle fastidio da un po', che tanto gli occhiali scuri li porta anche di notte, ma non importa: con Marina non è il momento giusto, mai. Ognuno si salva da solo, e se lo vuole: mi disse una volta un prete, uno di quelli di frontiera, di quelli che, presto o tardi, finiscono con il farsi male in nome di un Dio che forse non esiste, non più dell'uomo nero che ti fa paura quando sei bambino.
Massimiliano Cerreto