22 aprile 2019

Il professor Casimiro ed io


È il pensiero magico la rovina del mondo occidentale, l'idea che qualcuno o qualcosa d'improvviso risolva tutti i problemi, e intanto grattava il biglietto da 10€ che gli avevo comprato insieme alle sigarette nella tabaccheria di fronte. So a cosa stai pensando: questo pezzo di carta tra le mani mi fa cadere in contraddizione. Allora ti dirò un'altra cosa: abbiamo tutti il diritto ad essere contraddittori, e poi non si può mai sapere, ma mi ero già allontanato mentre pronunciava queste parole; temevo per il caffè e per le macchie sulle mattonelle bianche, tipiche delle cucine degli anni '60 e dei cessi delle scuole. Era diventato vecchio il professor Casimiro. Anzi, Kazimierz, date le origini polacche, ma nessuno lo chiamava così da molto tempo.
Quanto zucchero, professore?, gli chiesi distrattamente, più interessato alla pila di videocassette accanto al divano: una collana dedicata ai grandi direttori d'orchestra del passato. Il tutto in un disordine organizzato che si propagava per la stanza, da parete a parete, a mo' di dimostrazione empirica dell'entropia. Solo due, ma si riferiva alle figure uguali che gli sarebbero bastate per vincere, non ai cucchiaini. Una domanda retorica la mia, visto che sapevo già che lo preferiva molto dolce.
Gli ci volle un po' per superare la delusione e accorgersi che sul tavolino del salotto c'era soltanto una tazzina: tu non lo prendi? Ora, nella mia personalissima classifica delle cose che mi danno inquietudine, il caffè è solo al quarto posto, forse quinto, ma a stupirmi era il fatto che non lo ricordasse mai, nonostante ci conoscessimo da molti anni. Karajan o Bernstein?, così a bruciapelo, per non dargli il tempo di pensarci troppo, per capire se su quei nastri fosse registrata una reale passione oppure giacessero lì per pigrizia, che poi di classica conosco poco, a differenza di mio padre, che si ostinava a farmela ascoltare da bambino pensando potessi diventare più intelligente.
E tu? Bartali o Coppi?, non so se il suo fosse un modo per farmi capire l'idiozia della mia domanda, oppure se volesse rimarcare la mia prolungata assenza per via di quattro costole rotte in seguito ad una caduta dalla bicicletta. In fondo, non rispondevamo mai alle nostre reciproche domande, il professor Casimiro ed io.
 
Massimiliano Cerreto