Sino a qualche minuto fa ignoravo chi fosse Mark Edmundson. In realtà lo ignoro ancora adesso visto che poche informazioni su wikipedia non possono certo restituire né il pensiero né la vita di un uomo. Ma un sito italiano ha pubblicato la traduzione (parziale) in italiano di un suo meraviglioso articolo apparso qualche giorno fa sul New York Times: I Hate, Therefore I Am. In italiano suonerebbe: Odio, quindi sono.
Data la scarsità di informazioni in mio possesso qui non è in discussione né l'autore né il suo lavoro di professore universitario di letteratura. Sono le sue parole a suscitare in me interesse. Non potendo riportare l'articolo per motivi di copyright, mi limito ad un'estrema sintesi: oggi è l'odio alla base delle nostre affermazioni identitarie. Nel testo, a sostegno della sua tesi, viene citata una poesia di Emily Dickinson:
I’m Nobody! Who are you?
Are you — Nobody — too?
Then there’s a pair of us!
Don't tell! they’d banish us — you know!
How dreary — to be — Somebody!
How public — like a Frog —
To tell your name — the livelong June —
To an admiring Bog!
Sono Nessuno! E tu chi sei?
Sei forse - Nessuno - anche tu?
Allora siamo in due!
Zitto! Ci metterebbero al bando, lo sai!
Che cosa triste - essere - Qualcuno!
Che cosa dozzinale - come una Rana -
che gracida il tuo nome - tutto Giugno -
ad un pantano in ammirazione!