... non la si può raccontare. Esiste, ma sprofondata nelle viscere dell'immaginario, tangibile quanto l'onirico, sfondo presepiale e pantheon degli archetipi che guidano le nostre inconsapevoli e incoscienti vite.
Napoli è magma, pulsazione, linfa vitale che scorre, che spinge dagli inferi mentre gli uomini e le donne che l'abitano alzano gli occhi al cielo.
Una città disperata in cui il tempo rimane perennemente sospeso tra l'attesa che passi la nottata e l'intenzione di fare voto. Così pagana e tanto profanata che non importa più quale sia l'oggetto della devozione: qui un miracolo della Madonna vale quanto il posto di lavoro promesso dal politico di turno.
Lo incontrai il Maestro Roberto De Simone, era la Pasqua del 2004: un meraviglioso e geniale bambino di 80 anni ancora desideroso di creare e sognare. Della sua casa di via Foria ricordo il quadro della donna con il setaccio, forse perché mi fece pensare ad un tamburo a cornice, lo strumento più evocativo della nostra tradizione musicale. Fu lui a insegnarmi cosa significa vivere al confine tra apollineo e dionisiaco, in una terra di nessuno, lì dove abitano quelli che non hanno più una parte dove stare.
Non piangete per la sua morte, arrabbiatevi invece per il modo in cui è stato trattato in vita.
Massimiliano Cerreto
P.S. Scrissi la recensione di Specula & Gemini, ma neppure la sua musica si può raccontare...