A Serena
Posso avere il piacere della tua compagnia per un drink?, e con una frase così banale un uomo qualunque avrebbe perso almeno mille punti agli occhi di una donna, una qualsiasi donna. Patrick, perché chiamarlo Patrizio è poco chic, nonostante la nobile etimologia, non era però uno come tanti; non nell'aspetto, non per la disponibilità economica quasi illimitata, almeno nell'ottica di noi poveracci comuni mortali. Perché mai uno alto, bello e schifosamente ricco, si trovasse nel classico locale per trentenni ambiziosi ma ancora in divenire non lo so: probabilmente era un amico della festeggiata.
Non che la 'fortunata' fosse certo un cesso a pedali: i lunghi capelli, la figura slanciata ed un'idea molto chiara del concetto di eleganza attiravano l'attenzione di molti. Peccato avesse un imperdonabile difetto: era anche una persona simpatica, autenticamente tale.
Sì, come te che stai leggendo, penso anche io che una donna o un uomo progettati da matrigna madre natura per piacere agli altri non abbiano nessun diritto ad essere anche divertenti. Sì, mi unisco all'appello, che è anche il tuo, malcapitato lettore: cari belli, lasciate agli altri e alle altre il senso dell'umorismo, tanto più affine ad una forma di autolesionistica ironia quanto minore è il grado di avvenenza!
Anzi, visto che i miei avrebbero voluto che la mia vita fosse consacrata alla giustizia, - spero non come residente a vita in una casa circondariale quanto nei panni di un giurista - chiedo l'introduzione di un nuovo articolo del codice penale: che sia dichiarato reato e punito con l'interdizione a vita dai social l'essere belli e simpatici, ecco! Sia fatta eccezione per i 'piacenti' che agiscono da simpatici senza esserlo davvero perché, presto o tardi, ne emerge la loro reale natura di stronzi o di stronze.
Non che questo lo rendesse meno odioso ai miei occhi, sia chiaro, ma Patrick non era simpatico e non si comportava da tale in quanto non ne sentiva alcun bisogno: dalla prima elementare ad oggi, è sempre stato quello giusto, lui. Non importa per cosa, giusto e basta.
E io posso avere il piacere di conoscere il nome della persona con cui dovrei bere qualcosa?, rispose, ammesso che ne abbia voglia, aggiunse. Ci sapeva fare, ammettilo. Non era proprio un no, ma assomigliava di più a un: caruccio sei caruccio, ma ti sbagli se pensi di potermi avere con uno schiocco di dita, neppure se ti chiamassi Fonzie.
Perdonami, non sono bravo con le parole, volevo solo che ti accorgessi di me; mi chiamo Patrick, comunque: ma che grandissimo figlio di puttana buona donna, ti rendi conto di cosa ha appena fatto? Cioè, uno di quelli che non la devono chiedere mai, altro che pubblicità idiota degli anni '80, lì a fingere di chiedere scusa e di non essere bravo con le parole? Non so tu, ma magari sapessi parlare io così, quasi quasi ora prendo appunti.
Un mojito, grazie; io sono Serena, va bene, forse non prese davvero un mojito, ma sono dettagli, su. E poi a tutte le mie amiche piace il mojito e comunque non ne capisco un cazzo di alcolici perché sono astemio. Neppure di donne, ma questo è un particolare altrettanto trascurabile e poi è di Patrick che si racconta, non di me, chiaro?
Tralasciando la luce dorata sotto il piccolo gazebo bianco che donava dei riflessi ramati ai capelli della nostra fanciulla, i discorsi delle tipe che, a distanza di sicurezza, commentavanol'acchiappanza la conquista della loro amica non senza un pizzico di comprensibile invidia (eufemismo), il senso di sconfitta degli altri pretendenti, sino ad allora convinti di appartenere alla categoria dei maschi alpha, ecco cosa avrei voluto che si fossero detti quella sera; così, tanto per ristabilire un po' di equilibrio nell'universo, il mio, ovvio:
Un mojito, grazie; io sono Serena, va bene, forse non prese davvero un mojito, ma sono dettagli, su. E poi a tutte le mie amiche piace il mojito e comunque non ne capisco un cazzo di alcolici perché sono astemio. Neppure di donne, ma questo è un particolare altrettanto trascurabile e poi è di Patrick che si racconta, non di me, chiaro?
Tralasciando la luce dorata sotto il piccolo gazebo bianco che donava dei riflessi ramati ai capelli della nostra fanciulla, i discorsi delle tipe che, a distanza di sicurezza, commentavano
- Bella serata... (inizia prendendola alla lontana, ma ci può stare, su)
- Strano, pensavo di averti detto che mi chiamo Serena, non Serata, ma grazie del complimento.
- Touché! Sei anche tu un'amica della festeggiata?
- No, stasera non avevo nulla da fare e così ho pensato di imbucarmi alla prima festa di compleanno che ho trovato; certo che sono sua amica. Anzi, come è che non ci siamo incontrati prima? Non mi aveva mai parlato di te... (Le amiche non ti presenteranno mai quelli carini, fattene una ragione, cara lettrice)
- Suo fratello era mio compagno di scuola ed essendo tornato da poco in città mi faceva piacere rivederli entrambi. Rimarrò ancora qualche giorno...
- Quindi mi hai rimorchiato a rischio zero, ma lascia perdere, non puoi capire...
- Forse no, ma tu prova a spiegarmelo lo stesso. (Contromossa da manuale, chapeau!)
- Che tanto poi tornerai alla tua vita e poco importerà di questa piccola parentesi. Un punto e a capo, uno esclamativo, forse interrogativo, ma nessuna donna vuole essere una parentesi; sono stata più chiara adesso? (Alzi la mano chi, come me, adora il modo in cui è capace di farlo sentire in colpa)
- Lo diceva anche Paulo Coelho, le cose più importanti nella vita sono scritte tra parentesi...
- Ma che paravento che sei! (Ché è troppo fine per dargli del paraculo)
- Potrei esserlo davvero, ma come fai a saperlo con certezza?
- Quindi mi hai rimorchiato a rischio zero, ma lascia perdere, non puoi capire...
- Forse no, ma tu prova a spiegarmelo lo stesso. (Contromossa da manuale, chapeau!)
- Che tanto poi tornerai alla tua vita e poco importerà di questa piccola parentesi. Un punto e a capo, uno esclamativo, forse interrogativo, ma nessuna donna vuole essere una parentesi; sono stata più chiara adesso? (Alzi la mano chi, come me, adora il modo in cui è capace di farlo sentire in colpa)
- Lo diceva anche Paulo Coelho, le cose più importanti nella vita sono scritte tra parentesi...
- Ma che paravento che sei! (Ché è troppo fine per dargli del paraculo)
- Potrei esserlo davvero, ma come fai a saperlo con certezza?
- A me sembra una di quelle frasi del tipo: "dai a mamma, mangia i broccoli, come fai a dire che non ti piacciono se non li hai prima assaggiati?"
- Anche tu facevi i capricci con le verdure, tipico dei bambini...
- Non farlo!
- Cosa?
- Non pensarci neppure!
- Non capisco.
- Quello è scontato, sei un uomo. Non chiamarmi 'piccola' o 'bambina', ecco cosa non voglio.
- E cosa vorresti invece? (Osserva come evita di annoiarla parlando di sé o cercando di difendere il proprio ego facendola invece sentire al centro delle sue attenzioni. Incomincia quasi a piacermi, ma è un segreto, non dirlo a nessuno)
- Hai una sigaretta? (Ottimo modo di prendere tempo, e poi è la vita che nuoce gravemente alla salute)
- Mi spiace, non fumo.
- Ricapitoliamo: fai sport, non fumi, bevi poco, almeno a giudicare dal fatto che il tuo bicchiere è ancora quasi pieno, e scommetto che usi anche il filo interdentale; hai anche dei pregi?
- Preferisco lo spazzolino elettrico...
- Va bene, un difetto in meno, te lo concedo.
- Comunque non mi hai risposto: che cosa vorresti?
- Sarebbe troppo facile così, non trovi? Scoprilo tu...
- Stavo pensando di proporti un weekend a Capri...
- Sì, semmai al Quisisana...
- No, nulla di così mondano: ho degli amici che hanno una villa e sarebbero felici di ospitarci.
- E tu pensavi di invitare una ragazza appena conosciuta ad una festa a trascorrere un weekend a Capri con te?
- Sono stato troppo audace?
- Molto rétro il tuo 'audace', ammetto che mi è piaciuto. Sempre meglio di quelli che ti chiedono: sto forse correndo troppo? Che poi l'obiettivo non dovrebbe essere arrivare prima, ma insieme. Ops, stavolta 'audace' sono stata io, giusto un po'. Il punto è che sei un incosciente; almeno chiedimi prima se russo o meno!
- Russi?
- Ma davvero fai tutto quello che ti chiede una donna? Mi perplimo, dico sul serio. No, non russo, ma non ho qui con me le referenze dei miei ex, dovrai credermi sulla parola.
- Sei simpatica e...
- Carina? Stavi forse per darmi della carina?
- No, non ho istinti suicidi...
- Ah, ecco. Dai continua pure...
- Sei simpatica e comunque non sei tenuta a dormire nella stessa stanza con me...
- Nel senso che i tuoi amici hanno anche un bel divano o che sarebbe uno spreco trascorrere la notte dormendo?
- Qual è la versione che preferisci?
- Mi piace andare al mare al mattino presto, non vorrai mica che mi vengano le occhiaie?
- Vada per il divano allora.
- Alto come sei, già ti vedo rannicchiato sul divano del salotto: non giudicarmi male se ora mi viene da ridere.
- Io non ti giudico affatto: mi piaci e basta. (Dopo una frase così, posso buttare pure tutti i cartigli dei Baci Perugina che conservo dalla prima media)
- Lo so, anche io mi piaccio, non posso farci niente.
- Neppure io.
- Guarda che potrei crederci davvero e tu potresti finire con una sconosciuta che russa nel letto.
- Niente divano?
- Forse...
Massimiliano Cerreto
Backstage - Quasi dieci anni fa, ho incontrato davvero una ragazza di nome Serena. Ed era realmente bella, elegante e divertente. Ma la qualità che ammiravo più in lei era l'indipendenza, prima di tutto emotiva. Però no, in tutta onestà, non lo so cosa avrebbe detto o fatto se avesse incontrato un maschio alpha: avevo una storia da raccontare, ma è la mia, nel bene e nel male, con tutti i suoi messaggi nascosti in bella vista. Nessuna presunzione e neppure alcun tentativo quindi di usare le parole che avrebbe potuto pronunciare lei.
Anche per il personaggio di Patrick mi sono ispirato ad una persona realmente esistita, un assistente universitario così perfetto da sembrare finto, ma mi era decisamente antipatico. Detesto la persona cui mi sono ispirato, ma non odio il mio personaggio, che è un po' l'uomo che sa sempre cosa dire e cui solo in pochi hanno il coraggio di ammettere di voler somigliare. Veramente un peccato che la vita avvenga in tempo reale, sarebbe bello poter tornare indietro e correggere i dialoghi, almeno quelli.
Infine, descrivere l'inizio di una relazione tra un uomo ed una donna nello spazio di un mojito significa scendere inevitabilmente a compromessi con ogni pretesa di realismo o anche solo di verosimiglianza, ecco perché ho scelto la forma del meta racconto. Così, anche se mi sono divertito ad immaginare ogni singola frase, se un giorno, rileggendo tutto, dovessi rendermi conto di aver scritto una cagata pazzesca, mi avvarrò dell'attenuante dell'ombrellone: con tutte le stronzate che la gente legge d'estate, averne scritta una anche io non è un così grave delitto. In fondo è sempre stato un gioco e il resto solo paura del buio.
- Anche tu facevi i capricci con le verdure, tipico dei bambini...
- Non farlo!
- Cosa?
- Non pensarci neppure!
- Non capisco.
- Quello è scontato, sei un uomo. Non chiamarmi 'piccola' o 'bambina', ecco cosa non voglio.
- E cosa vorresti invece? (Osserva come evita di annoiarla parlando di sé o cercando di difendere il proprio ego facendola invece sentire al centro delle sue attenzioni. Incomincia quasi a piacermi, ma è un segreto, non dirlo a nessuno)
- Hai una sigaretta? (Ottimo modo di prendere tempo, e poi è la vita che nuoce gravemente alla salute)
- Mi spiace, non fumo.
- Ricapitoliamo: fai sport, non fumi, bevi poco, almeno a giudicare dal fatto che il tuo bicchiere è ancora quasi pieno, e scommetto che usi anche il filo interdentale; hai anche dei pregi?
- Preferisco lo spazzolino elettrico...
- Va bene, un difetto in meno, te lo concedo.
- Comunque non mi hai risposto: che cosa vorresti?
- Sarebbe troppo facile così, non trovi? Scoprilo tu...
- Stavo pensando di proporti un weekend a Capri...
- Sì, semmai al Quisisana...
- No, nulla di così mondano: ho degli amici che hanno una villa e sarebbero felici di ospitarci.
- E tu pensavi di invitare una ragazza appena conosciuta ad una festa a trascorrere un weekend a Capri con te?
- Sono stato troppo audace?
- Molto rétro il tuo 'audace', ammetto che mi è piaciuto. Sempre meglio di quelli che ti chiedono: sto forse correndo troppo? Che poi l'obiettivo non dovrebbe essere arrivare prima, ma insieme. Ops, stavolta 'audace' sono stata io, giusto un po'. Il punto è che sei un incosciente; almeno chiedimi prima se russo o meno!
- Russi?
- Ma davvero fai tutto quello che ti chiede una donna? Mi perplimo, dico sul serio. No, non russo, ma non ho qui con me le referenze dei miei ex, dovrai credermi sulla parola.
- Sei simpatica e...
- Carina? Stavi forse per darmi della carina?
- No, non ho istinti suicidi...
- Ah, ecco. Dai continua pure...
- Sei simpatica e comunque non sei tenuta a dormire nella stessa stanza con me...
- Nel senso che i tuoi amici hanno anche un bel divano o che sarebbe uno spreco trascorrere la notte dormendo?
- Qual è la versione che preferisci?
- Mi piace andare al mare al mattino presto, non vorrai mica che mi vengano le occhiaie?
- Vada per il divano allora.
- Alto come sei, già ti vedo rannicchiato sul divano del salotto: non giudicarmi male se ora mi viene da ridere.
- Io non ti giudico affatto: mi piaci e basta. (Dopo una frase così, posso buttare pure tutti i cartigli dei Baci Perugina che conservo dalla prima media)
- Lo so, anche io mi piaccio, non posso farci niente.
- Neppure io.
- Guarda che potrei crederci davvero e tu potresti finire con una sconosciuta che russa nel letto.
- Niente divano?
- Forse...
Massimiliano Cerreto
Backstage - Quasi dieci anni fa, ho incontrato davvero una ragazza di nome Serena. Ed era realmente bella, elegante e divertente. Ma la qualità che ammiravo più in lei era l'indipendenza, prima di tutto emotiva. Però no, in tutta onestà, non lo so cosa avrebbe detto o fatto se avesse incontrato un maschio alpha: avevo una storia da raccontare, ma è la mia, nel bene e nel male, con tutti i suoi messaggi nascosti in bella vista. Nessuna presunzione e neppure alcun tentativo quindi di usare le parole che avrebbe potuto pronunciare lei.
Anche per il personaggio di Patrick mi sono ispirato ad una persona realmente esistita, un assistente universitario così perfetto da sembrare finto, ma mi era decisamente antipatico. Detesto la persona cui mi sono ispirato, ma non odio il mio personaggio, che è un po' l'uomo che sa sempre cosa dire e cui solo in pochi hanno il coraggio di ammettere di voler somigliare. Veramente un peccato che la vita avvenga in tempo reale, sarebbe bello poter tornare indietro e correggere i dialoghi, almeno quelli.
Infine, descrivere l'inizio di una relazione tra un uomo ed una donna nello spazio di un mojito significa scendere inevitabilmente a compromessi con ogni pretesa di realismo o anche solo di verosimiglianza, ecco perché ho scelto la forma del meta racconto. Così, anche se mi sono divertito ad immaginare ogni singola frase, se un giorno, rileggendo tutto, dovessi rendermi conto di aver scritto una cagata pazzesca, mi avvarrò dell'attenuante dell'ombrellone: con tutte le stronzate che la gente legge d'estate, averne scritta una anche io non è un così grave delitto. In fondo è sempre stato un gioco e il resto solo paura del buio.