Sarà anche vero, come dici, che la filosofia è l'a priori della conoscenza e l'a posteriori dell'esperienza, ma cosa ne è di tutto ciò che è nel mezzo?, convinto di aver detto qualcosa di intelligente, pur non sapendo esattamente cosa, gli lasciai il diritto di replica: non serve a nulla avere ragione. E poi perché averne quando si è circondati dalla prepotente ignoranza?
Penso ad una stronza in fase di smaturazione, consapevole che da un momento all'altro le cascherà tutto e nessuno se la cagherà più, che s'incazzò perché uno, su twitter, aveva usato correttamente la forma 'le' e non 'gli'. E lei giù a ripetere: 'gli', cazzo, si scrive 'gli'. Forse la sua rabbia era dovuta alla consapevolezza che già adesso nessuno le prestava più interesse, a parte qualcuno che le cuorava foto oscenamente filtrate o così stupido da cadere nelle sue altrettanto stupide provocazioni. Sì, è una stronza e sa di esserlo, tanto da retwittare con masochistico piacere i commenti di chi glielo ricorda, ammesso ce ne sia bisogno.
Nel mezzo c'è la vita, cui ognuno cerca di dare il senso che può, o che vorrebbe, rispose il mio amico, ma non c'era più tempo per pensare, e a cosa? Una volta, da giovani, si discuteva di desideri, oggi del desiderare stesso. Perché è quando Eros ti abbandona e non hai più voglia di un benedettissimo cazzo di niente, neppure di andare a pisciare di notte in una piazzola di sosta dell'autostrada - ché molti lo fanno apposta, mica gli scappa davvero - che incominciano i problemi, quelli seri. Ricordo quando, da bambino, io e un paio di amichetti pisciammo nel motore della cinquecento rossa dell'inquilina antipatica; di quella notte in cui, io e altri tre ragazzi, tutti appena maggiorenni, facemmo a gara a chi pisciava più lontano, in un angolo poco illuminato del parcheggio di un locale; di quella volta che mi sparai una sega nello spogliatoio della palestra della mia cattolicissima scuola; del rutto nel corridoio pochi minuti dopo l'esame orale di maturità: le cose più divertenti che abbia fatto nella mia vita, forse.
Massimiliano Cerreto