12 maggio 2020

Rose Tatin

 
Perché è una fottuta finzione, sono stato chiaro questa volta?, capisco che debba essere stancante trovarsi a ripetere infinite volte lo stesso concetto presupponendo la mancata comprensione di chi ci ascolta, o finge di farlo. Ad essere sinceri, non credo mi accusasse di essere un idiota quanto di far leva su di una masochistica forma di utilitarismo. Certo, detto in questo modo può sembrare un ossimoro, ma la realtà se ne fotte del principio di non contraddizione, e anche di Aristotele. Per fortuna, aggiungo.
Il mio amico era sceso dall'auto e preferii lasciargli vivere quel bisogno di silenzio che ti prende quando capisci che le parole non servono a nulla; in fondo c'ero passato anche io, molto spesso. Così spensi il motore e accesi l'ennesima sigaretta: avevo il tettuccio dell'auto ingiallito e non ci avevo fatto neppure 30.000 km con quel cubo color verde smeraldo.
Solo una finzione, già, ma poi? Ammettiamo che le nostre identità siano davvero fittizie, e parlo al plurale perché sono molteplici gli ambiti di relazione in cui ci muoviamo, anche rimuovendo strato dopo strato questi livelli di non vero, cosa rimarrebbe?
È umido stanotte, riaccompagnami a casa, dai, avrei potuto massacrarlo di domande, ma ora era più stanco che incazzato e neppure io avevo più tanta voglia di discutere. Dover essere sempre costretti a scegliere tra l'adeguarsi oppure una lucida alienazione: sì, deve essere questo a farci stare male, in fondo.

Massimiliano Cerreto