12 novembre 2019

Il professor Casimiro e il tempo

Della passione del professor Casimiro per la musica classica vi avevo già raccontato, ma cosa ci facesse un metronomo in casa sua non lo sapevo neanche io. E non avrei mai potuto scoprilo se non avessi fatto cadere dallo scaffale dei libri nel tentativo di ricollegare il videoregistratore al televisore: dannata presa scart.
Possibile che tu debba toccare sempre tutto? Comunque non funziona, anzi, non ha mai funzionato. Piuttosto, hai preso le sigarette? Ecco, dai qua, e nel frattempo poggiò i soldi sul tavolo per poi allontanarsi poco dopo; detestavo il rumore delle sue pantofole: non camminava il professore, si trascinava. Neppure il rumore del metronomo era tanto gradevole, ma non era rotto. 
Era di mia moglie, studiava pianoforte quando era giovane, ora mi sarei aspettato che ne tirasse fuori le foto da un momento all'altro, come tante volte aveva fatto in passato, ma questa volta non lo fece: era troppo preso dal rimuovere la plastica dalla stecca di emmesse gialle, rigorosamente dure, che quelle morbide gli facevano male alla gola, almeno così diceva.
Non farti fregare anche tu: il tempo è un inganno, e tutto è già accaduto, futuro compreso, le sue parole mi trafissero alle spalle, non fosse altro che in quel momento ero impegnato a svuotargli la ceneriera in cucina. Nella carta o nell'indifferenziata? Mai capito dove debbano andare le cicche. Non che il tema del tempo non m'interessasse, solo che sapeva tanto di cazzata new age, al di là della puzza di fumo stantio; sapete, di quelle cose che si leggono su internet più per noia che per un reale interesse.
Immagina un disco, contiene già tutte le tracce al suo interno, è solo la puntina a muoversi da un punto all'altro, dandoti l'illusione della linearità del tempo: dall'inizio del brano sino alla fine, e da un brano a quello successivo.
Fu soltanto una volta tornato a casa che mi venne in mente una cosa: se tutto è già stato scritto, o addirittura accaduto come sosteneva il professore, tutta quella menata sul libero arbitrio va a farsi fottere, giusto? Oppure ci rimane la scelta di skippare qualcosa, non so.

Massimiliano Cerreto