A Fernando Pessoa
Parigi, 2322
Possibile che nulla e nessuno al mondo possa disinnescare il meccanismo di autodistruzione di quell'uomo?, pensò tenendo tra le mani la copia di un antico libro. Non che le sue intenzioni fossero malvagie, anzi, ma come condurre qualcuno a vivere la migliore delle vite possibili?
Del resto, decenni e decenni di studi in ambito ortonico, la scienza volta a riallineare l'esistenza delle persone, non avevano portato ai risultati sperati. Un fallimento tale che, soprattutto per via degli alti costi della sperimentazione, aveva indotto i dirigenti delle multinazionali a tagliare progressivamente i fondi destinati alla ricerca. Eppure quell'uomo, ormai anziano, non voleva rassegnarsi all'evidenza: era ancora convinto di poter salvare il suo autore preferito.
Come altre volte in passato, probabilmente l'ultima essendosi quasi del tutto esaurita l'energia rimanente, decise di compiere il viaggio. Nella peggiore delle ipotesi sarebbe rimasto intrappolato in un tempo che non era a lui destinato, ma sempre meglio dell'essere punito per la grave infrazione commessa, come era successo a tutti gli altri suoi ex colleghi una volta entrata in vigore la legge che proibiva l'alterazione delle line temporali.
Lisbona, 1919
Sapeva che l'avrebbe incontrato in quel bar e persino la marca del suo liquore preferito, non fu difficile per lo scienziato convincerlo a sedersi al suo tavolo. So che può sembrarle molto insolita la mia domanda, ma ci pensi ugualmente: qual è il suo desiderio più grande?, quell'ometto buffo con i baffi, gli occhiali molto spessi ed un vestito elegante ma consunto, rimase in silenzio per un po'.
Un tempo abbastanza lungo da far dubitare allo scienziato che la persona dinanzi a lui fosse davvero il candidato perfetto per l'esperimento. Eppure rimaneva ancora ostinatamente aggrappato all'idea che convincerlo a sposare quella donna di modeste ambizioni sarebbe stato sufficiente per realizzare l'allineamento, dando così anche un senso a tutti i suoi anni di studi. E poi i diagrammi previsionali ortonici erano stati chiari: qualsiasi altra scelta avrebbe condotto alla morte del soggetto, ne cambiava solo la modalità.
Vede gentile signore, credo che la massima espressione di libertà non stia nell'assecondare i propri bisogni, e neppure ciò che chiamiamo desideri, ma nel poterli osservare, conoscerli per ciò che essi sono davvero: spettri che si aggirano intorno a noi e che cercano di possederci.
Comprese che l'uomo di cui aveva così tanto amato le parole era già profondamente disallineato, ormai troppo perché potesse essere salvato. Consapevole di aver fallito per l'ennesima volta, l'ultima, e nel tentativo disperato di dire qualcosa di razionalmente comprensibile prima che la rassegnazione prendesse il sopravvento, pose un'altra domanda: cosa ci autorizza a cambiare il destino delle persone? Anche solo immaginare di poter essere di aiuto a qualcuno?
Poco dopo la nebbia inghiottì entrambi e dello scienziato non si ebbe più alcuna notizia.
Massimiliano Cerreto