12 giugno 2015

Il tassinaro sull'oceano (Revisited)

Storia dell'uomo che trovò l'America a casa propria

- Roma, esterno giorno -

(Voce fuori campo, panoramica) Sogna l'America Spartaco. E invece porta in giro la gente, che va sempre di fretta, sempre impegnata a rincorrere la propria vita. Lui no, il tempo per vivere non lo ha, almeno crede. Kansas 11, devi andare all'aeroporto, gracchia la radio del taxi.
La modella fotoscioppata, i finti sottocosto dei negozi di elettronica, la faccia del politico di turno e quei semafori che nessuno ha mai pensato di sincronizzare: questo il mondo visto dagli occhi di Spartaco.

- Terminal dell'aeroporto, esterno giorno -

(Voce fuori campo) Un uomo sale sul taxi con l'ombrello ancora aperto e Spartaco fa una smorfia che tradisce il suo essere superstizioso.

- Buongiorno, mi porti all'Holiday Inn, per favore.
- Certo dottò! Annamo bene, ce mancava pure la pioggia adesso. Qui ce vo un raggio de sole. 

(Spegne la radio e mette su un cd degli Eagles. Le note di Hotel California risuonano nell'abitacolo)

- Ma lei sa cosa significa davvero questa canzone?
- (Sottovoce) Oddio, n'artro de quelli che se pensano che tutto il rock è satanico.
- Credo che lei si senta in trappola proprio come il protagonista della canzone.
- Ecchilo, ce voleva pure er fratello scemo de froid! (Ancora sottovoce, alzando gli occhi al cielo e fingendo di non aver sentito.)
- Piacere, mi chiamo Andrea Torini e vado all'EUR per un convegno sul benessere.
- Piacere mio, Moriconi Spartaco.

(Panoramica del traffico impazzito per via della pioggia. Rumore di clacson)

- A cocco de mamma, vedi d'annà! (Spartaco si volta verso il passeggero) Mi scusi dottò, è che co certa gente ce vonno e maniere forti sinnò famo notte ner traffico. Ce lo dico per lei dottò, er tassametro corre lo stesso, pure se stamo fermi. Anzi, famo na cosa, spegnemo tutto e me paga a forfè. Vabbene dottò?
- La ringrazio, ma non si preoccupi, tanto le spese sono a carico dell'organizzazione (Torini mette a posto delle carte nella borsa di pelle). Piuttosto, mi racconti un po' di lei, è tanto che fa questo mestiere?
- E che glie devo da dì, dottò. Mi nonno era tassinaro, mi padre pure, solo mi fratello s'è salvato da sto destino infame. Adesso sta a niù iorche, beato lui. Un giorno stava a fa er gladiatore al Colosseo e na turista americana, na buzzicona piena de sordi, se l'è portato via, come se fosse un suvenirre. Perché a me ste fortune nun me capitano mai?
- Ma è felice suo fratello?
- E chi ce lo sa, non telefona mai. A me sta cosa che le persone se ponno vedè e parlà co scaipe mica l'ho tanto capita. Almeno nun passa e giornate in mezzo a sto traffico come noi. Dottò, m'ha mannato na cartolina du giorni fa. Sapesse come so belle le strade de niù iorche, so grandi e poi lì semo noi tassinari a comannà. Mica come qua, co sti vigili che se sentono er pateterno. Ecco, a verità è che nun ciò mai avuto li mezzi pe fà la vita mia.
- Ne è davvero convinto? Cosa le sarebbe piaciuto fare?

(Voce fuori campo) Torini è sempre più incuriosito da questa creatura metropolitana. Gli ricorda il personaggio di Rael, il protagonista di The Lamb Lies Down on Broadway, ma probabilmente Spartaco i Genesis non li ha mai ascoltati: troppo complicati. Un viaggio di iniziazione, ecco cosa aveva compiuto Rael. Ecco di cosa aveva bisogno il nostro tassinaro. E quando non hai il coraggio di buttarti, lì, dall'alto dei tuoi dubbi, che a guardare in basso ti tremano le gambe, la cosa più bella è trovare qualcuno che ti dia una spinta. Lo sa bene Torini: tanti anni come psicologo clinico e poi la svolta come scrittore di libri di auto-aiuto; anche lui ha dovuto trovare il coraggio di oltrepassare lo specchio, sconfiggere le proprie paure e tornare alla realtà.

(Il traffico si è fatto più scorrevole e Spartaco può rilassarsi un po')

- Da regazzino me piaceva tanto giocà a pallone, come a tutti. Ma er sogno mio era d'aprirme un negozio. Uno de quelli belli, co tante vetrine e dentro na commessa. Che si sarebbe stata carina me l'avrebbi pure sposata. Me vedevo con un figlio maschio e na figlia femmina, che averce la coppia è er massimo. E invece l'unica cosa che m'ha dato mi padre, che Dio lo abbia in gloria, è stata a licenza per portà er tassì. Così, a quarantanni me trovo sempre in giro e so ancora singol.
- Ha mai pensato di cedere la licenza? E poi lo sa che adesso per avere un negozio non è più necessario un luogo fisico? Al massimo uno scantinato da usare come magazzino. Oggi si vende di tutto su internet. Guardi, mi permetta di darle un consiglio: impari un po' ad usare il computer e vedrà che la sua vita cambierà; ne parlo anche nel mio ultimo libro, eccone una copia.
- Ma davvero dotto? Io ce l'avrebbi n'amico che è un mago co li compiuter. E grazie per il libro. Anzi, famo na cosa, sta corsa gliela offro io. Fanculo li sordi: un buon consiglio vale più de li sordi.

(Voce fuori campo) Sono arrivati a destinazione. Spartaco forse non ancora, ma è più vicino alla vita che avrebbe sempre voluto.

- Tre anni dopo, ufficio del dott. Andrea Torini, interno giorno -

- Dottore, c'è una telefonata per lei. Sostiene di essere un suo amico, un certo Spartaco. (La segretaria esce poco dopo dall'ufficio)
- Dottò, io ce dovrebbi da fa na statua d'oro a lei. Se ricorda de me? So Moriconi Spartaco, er tassinaro. Sì, l'ho vennuta la licenza de tassì e oggi guadagno bene cor negozio su ibbei. L'amico mio, quello bravo co li compiuter, risponne a li clienti con le meil e io e mi fratello avemo fatto n'import ecsport coll'America. Sapesse come vanno pazzi sti mericani per i souvenirre de Roma: mica ce lo sanno che compramo tutto in Cina. A proposito, me so pure sposato e adesso mi moglie aspetta un figlio! Non vedo l'ora di portarmelo allo stadio a vedè le partite della Magggica. E me la porto pure si me nasce femmina. Grazie dottò! Se viene a Roma è ospite mio. (Titoli di coda)

Massimiliano Cerreto

P.S. Perché, alla fine, ce li meritiamo Alberto Sordi, Nanni Moretti, Baricco e gli psicologi della Gestalt.